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Trattorie

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Sentinis 1 - Varmo(UD)

Aperto (Chiude alle 00:00)

Descrizione

L'acqua, a Gradiscutta di Varmo, è l'elemento sovrano. Ne sono intrisi la terra, i campi butterati dalle pozzanghere alimentate segretamente dalle risorgive e i nomi dei luoghi. Perchè se Gradiscutta è il diminutivo friulano di Gradisca (una parola di origine slava che significa fortilizio oppure castello), Varmo è il nome del fiume che scorre nella campagna gonfia di verde, prima di affluire nel Tagliamento.

Insomma, un posto che vanta quarti di nobiltà impeccabili certificati da mappe e linguisti di chiarissima reputazione, ma soprattutto celebrati dalla letteratura.

Il Varmo, infatti, è la più fortunata delle novelle di Ippolito Nievo (patriota friulano che vestì la divisa dei garibaldini), nella quale molti vedono l'anticipazione delle â??Confessioni di un italianoâ?.

Di queste fragranze antiche e misteriose è rimasta immutata la solennità ariosa della Bassa Friulana. Il resto, mura, fortezza, castelli, se ne è andato da tempo, ingoiato dalle piene del Tagliamento.

Ma la strada non si ferma, va avanti a piccoli o grandi passi secondo le circostanze.

Così Gradiscutta, dopo un lungo sonno, ha finito per tornare sugli scudi del Friuli, per merito anche di Aldo Morassutti che ha piantato la vivace bandiera della gastronomia sull'osteria che suo padre, Toni, e sua madre Palmira avviarono quando tornarono nel 1928 dal Canada dov'erano emigrati 15 anni prima, però col fermo proposito di rientrare al paese appena messo da parte i soldi per la casa.

Gradiscutta è un piccolo paese, poco più di un semplice abitato. Un posto appartato immerso nel verde, un paese quieto, solitario, come sperduto. Ed è ad Aldo Morassutti che deve, come si diceva, il suo rigurgito di notorietà.

Aldo Morassutti è un uomo tenace e, a suo modo, fortunato. Ha 80 anni che porta con disinvoltura, sembra timido ma è soltanto discreto.

Quando venne il momento, con la collaborazione della signora Palmira che stava come sempre ai fornelli, e della moglie Lidia, incominciò a guarnire con pazienza quello che stava per diventare il suo fortilizio gastronomico ritoccando quanto passava la cucina friulana. Non era molto, per la verità : minestre di verdura, anitre allo spiedo, cacciagione, grigliate e la mitica polenta, base primordiale della mensa contadina. Una polenta soda, corposa, da tagliare col filo bianco legato al manico del tagliere di legno, cotta nel paiolo di rame, rimescolata continuamente con vigore finchè incomincia a sbuffare, impregnata leggermente dell'aroma del legno che si leva dal focolare.

Era (e lo è ancora) una cucina senza svolazzi che ignorava preziosità e manipolazioni

Orari di apertura
Lunedì
Chiuso
Martedì
18:00 - 00:00
23:00 - 00:00
Mercoledì
09:00 - 00:00
23:00 - 00:00
Giovedì
09:00 - 00:00
23:00 - 00:00
Venerdì
09:00 - 00:00
23:00 - 00:00
Sabato
09:00 - 00:00
23:00 - 00:00
Domenica
09:00 - 00:00
23:00 - 00:00
Caratteristiche e servizi
Foto e Video
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